Avendo scoperto che il tubo originale non poteva essere estratto avendo una protuberanza attorno la quale è stato colato l'alluminio,
è stato necessario toglierlo con le "cattive".
Dopo una rapida session con il seghetto da amputazione,
la piastra inferiore è stata limata con pazienza nella zona di appoggio del cuscinetto;
non resta che inserire per interferenza il nuovo tubo
all'interno della porzione rimasta inglobata nella piastra.
Dato che quest'ultimo va infilato da sotto, non si poteva ricavare la sede del cuscinetto nel tubo stesso (che sarebbe stata più larga della sezione su cui va a passare)
ecco quindi un anello costruito all'uopo da inserire dall'alto.
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Friday, 26 March 2010
Thursday, 25 March 2010
ELF "E" Endurance
La Elf Endurance
motorizzata con il 4 cilindri bialbero RSC1000 derivato dall'unità stradale del CB-F.
Dopo l'inixzio del progetto Endurance nel 1980 (le foto dovrebbero riferirsi tutte alla versione '83) la Elf attirò l'attenzione della Honda che iniziò a fornire motori quasi ufficiali, lasciando comunque al team un'ampia autonomia.
Il grande Know-how ottenuto in un settore inesplorato, anche lavorando nella 500, non è certo andato perduto, in quanto la stessa Honda nel '87 ha provveduto ad acquistare tutti i brevetti prima della fine del progetto, facendone subito tesoro (basti guardare i monobraccio delle RC30 e 45).
Inutile sottolineare come sia molto più appagante spogliata della carenatura, il che permette di notare alcune chicche come il motore portante (che diede grossi problemi dato che non era stato progettato per una funzione così gravosa), l'andamento degli scarichi, il serbatoio spostato sotto il motore (quest'ultimi due già visti sul prototipo Bimota SB2) e i due lunghi monobracci con sospensioni di stampo automobilistico.
da http://zelastchancegaragedu78.blogspot.com/
http://www.appeldephare.com/
http://www.docstyle.net/blog/
motorizzata con il 4 cilindri bialbero RSC1000 derivato dall'unità stradale del CB-F.
Dopo l'inixzio del progetto Endurance nel 1980 (le foto dovrebbero riferirsi tutte alla versione '83) la Elf attirò l'attenzione della Honda che iniziò a fornire motori quasi ufficiali, lasciando comunque al team un'ampia autonomia.
Il grande Know-how ottenuto in un settore inesplorato, anche lavorando nella 500, non è certo andato perduto, in quanto la stessa Honda nel '87 ha provveduto ad acquistare tutti i brevetti prima della fine del progetto, facendone subito tesoro (basti guardare i monobraccio delle RC30 e 45).
Inutile sottolineare come sia molto più appagante spogliata della carenatura, il che permette di notare alcune chicche come il motore portante (che diede grossi problemi dato che non era stato progettato per una funzione così gravosa), l'andamento degli scarichi, il serbatoio spostato sotto il motore (quest'ultimi due già visti sul prototipo Bimota SB2) e i due lunghi monobracci con sospensioni di stampo automobilistico.
da http://zelastchancegaragedu78.blogspot.com/
http://www.appeldephare.com/
http://www.docstyle.net/blog/
Tuesday, 23 March 2010
Kawasaki Segale Z1
Alcuni fasi del restauro di questa Segale motorizzata Z900.
Molto bello il telaio in tubi che s'incorciano all'altezza del cannotto di sterzo,
poi imbullonati alle piastre laterali su cui s'infulcra il forcellone.
Queste moto da corsa, realizzate in piccolissime serie sono sempre state degne protagoniste delle gare F1 ed Endurance a cavallo degli anni '70 e '80.
Spero di trovare alcune foto del modello motorizzato cb 750 (o 900) F,
davvero spettacolare.
In questo restauro svizzero rimane forse un solo dubbio legato all'originalità di forma (e dimensioni) del codino.
da http://www.exclusive-maag.ch/
Molto bello il telaio in tubi che s'incorciano all'altezza del cannotto di sterzo,
poi imbullonati alle piastre laterali su cui s'infulcra il forcellone.
Queste moto da corsa, realizzate in piccolissime serie sono sempre state degne protagoniste delle gare F1 ed Endurance a cavallo degli anni '70 e '80.
Spero di trovare alcune foto del modello motorizzato cb 750 (o 900) F,
davvero spettacolare.
In questo restauro svizzero rimane forse un solo dubbio legato all'originalità di forma (e dimensioni) del codino.
da http://www.exclusive-maag.ch/
Friday, 19 March 2010
Riders
Sono capitato per caso in edicola,
come sempre ho scroccato un po di carta stampata a due ruote,
e visto il prezzo di 2 euro mi sono portato a casa "riders".
L'avevo già sfogliato in passato e rapidamente classificato come alter-ego di "rolling stones",
cioè tanto fumo (pubblicità) e poco arrosto, tante storielle con cui riempirsi la bocca,
odore di consumismo sfrenato e contenuti minimi.
Di certo non mi aspettavo l'erede di "Racer" (sempre sia lodato)...
comunque sia:
lo apro e oltre al retrocopertina trovo 14pagine di fila di pubblicità di cui una solo moto (bmw);
il resto è solo abbigliamento per fighetti col suv.
Pubblicità, sommario e pubblicità, fino a pg37, intervista stitica a Ricky Johnson, altre 2 robe che sembrano tirate fuori da "donna moderna" poi pubblicità e siamo a pg61.
Rubrica "style news" in cui si propinano una serie di indumenti
(niente che sia specifico per moto tanto per essere chiari) in cui un borsone in pelle Marlboro costa quanto ho pagato la mia GPZ 550.
Poi creme, attori, due tette (boccata d'aria) , una tipa allucinata, ed ecco il primo contenuto definibile come tale con l'intervista a Guareschi (pg 84).
Da quì alla fine qualcosa c'è, dopotutto costa 2 euro, tipo qualche altro articolo interessante, ma si legge in 3 minuti (ok per le foto di grandi dimensioni, ma mica tutte le foto meritano di essere stampate a piena pagina!
..e sembrano fatte apposta per non lasciare spazio alle parole)
Poi due robe sul cross, bella la linea cronologica con l'evoluzione dell'abbigliamento, peccato per le foto micro (proprio qui?!)
una bella XR 1000 e poco altro.
Per concludere: ovvio il motivo del prezzo ridotto, tanto ci guadagnano con gli inserzionisti,
non si capisce però tutto lo spazio dato a rubriche che con le moto non hanno nulla a che vedere, in netto contrasto con l'ammirazione che trasuda ogni singola parola spesa per qualsiasi personaggio presentato.
Ottima base per una serie di riviste mensili "modulari" in cui basterà cambiare copertina e 20 pagine su 200 per ottenerne altre che parlano di auto, barche, design, cinema, politica e ippica..
Mi terrò i miei 2 euro e li spenderò in benzina.
Francesco
come sempre ho scroccato un po di carta stampata a due ruote,
e visto il prezzo di 2 euro mi sono portato a casa "riders".
L'avevo già sfogliato in passato e rapidamente classificato come alter-ego di "rolling stones",
cioè tanto fumo (pubblicità) e poco arrosto, tante storielle con cui riempirsi la bocca,
odore di consumismo sfrenato e contenuti minimi.
Di certo non mi aspettavo l'erede di "Racer" (sempre sia lodato)...
comunque sia:
lo apro e oltre al retrocopertina trovo 14pagine di fila di pubblicità di cui una solo moto (bmw);
il resto è solo abbigliamento per fighetti col suv.
Pubblicità, sommario e pubblicità, fino a pg37, intervista stitica a Ricky Johnson, altre 2 robe che sembrano tirate fuori da "donna moderna" poi pubblicità e siamo a pg61.
Rubrica "style news" in cui si propinano una serie di indumenti
(niente che sia specifico per moto tanto per essere chiari) in cui un borsone in pelle Marlboro costa quanto ho pagato la mia GPZ 550.
Poi creme, attori, due tette (boccata d'aria) , una tipa allucinata, ed ecco il primo contenuto definibile come tale con l'intervista a Guareschi (pg 84).
Da quì alla fine qualcosa c'è, dopotutto costa 2 euro, tipo qualche altro articolo interessante, ma si legge in 3 minuti (ok per le foto di grandi dimensioni, ma mica tutte le foto meritano di essere stampate a piena pagina!
..e sembrano fatte apposta per non lasciare spazio alle parole)
Poi due robe sul cross, bella la linea cronologica con l'evoluzione dell'abbigliamento, peccato per le foto micro (proprio qui?!)
una bella XR 1000 e poco altro.
Per concludere: ovvio il motivo del prezzo ridotto, tanto ci guadagnano con gli inserzionisti,
non si capisce però tutto lo spazio dato a rubriche che con le moto non hanno nulla a che vedere, in netto contrasto con l'ammirazione che trasuda ogni singola parola spesa per qualsiasi personaggio presentato.
Ottima base per una serie di riviste mensili "modulari" in cui basterà cambiare copertina e 20 pagine su 200 per ottenerne altre che parlano di auto, barche, design, cinema, politica e ippica..
Mi terrò i miei 2 euro e li spenderò in benzina.
Francesco
Thursday, 18 March 2010
Il rinforzo - Telaio Z900
Tratto direttamente da una guida compilata da Sanctuary,
alcuni interessanti particolari sulle modifiche che questi giappi sono soliti apportare al telaio Z900 per renderlo più rigido.
"Concetti attuali nel classico telaio a doppia culla in tubi d'acciao - mettiamoci la tecnica"
1-Il tubo di sterzo viene parecchio irrigidito.
Importante il "sotto mento" ovvero la giunzione del telaio sotto al cannotto fino agli attacchi motore. E' stato studiato per assicurare un'ampia zona di unione.
2- La zona posteriore al cannotto viene scatolata.
Il processo di aprire i fori detti "tridimensionali" non è solo di alleggerimento,
contribuisce anche nel miglioramento della rigidità.
3-I rinforzi che collegano il trave principale ai due tubi sotto-serbatoio sono costituiti in totale da 2 unità in cui ognuna rinforza entrambi i travi. "Una volta si vedeva scatolato anche quì", dice Nakamura, ma "il rinforzo di questa parte,
sembra non desse i risultati sperati anche portandolo all'eccesso.
4-L'estremità del trave principale viene unita da una piastra a dx e sx.
5-Viene scatolata la parte posteriore al perno del forcellone. Questo rinforzo si era già visto nelle Z di Moriwaki.
6-Si vede il tubo di traverso che unisce a destra e sinistra i due tubi-serbatoio discendenti. E' una parte fondamentale derivata dal telaio corsa Stage 3.
7-Adozione di una piastra che rende possibile la variazione della posizione del forcellone e diventa anche una struttura ad angolo a 3 dimensioni in cui resistenza e rigidità sono notevoli.
alcuni interessanti particolari sulle modifiche che questi giappi sono soliti apportare al telaio Z900 per renderlo più rigido.
"Concetti attuali nel classico telaio a doppia culla in tubi d'acciao - mettiamoci la tecnica"
1-Il tubo di sterzo viene parecchio irrigidito.
Importante il "sotto mento" ovvero la giunzione del telaio sotto al cannotto fino agli attacchi motore. E' stato studiato per assicurare un'ampia zona di unione.
2- La zona posteriore al cannotto viene scatolata.
Il processo di aprire i fori detti "tridimensionali" non è solo di alleggerimento,
contribuisce anche nel miglioramento della rigidità.
3-I rinforzi che collegano il trave principale ai due tubi sotto-serbatoio sono costituiti in totale da 2 unità in cui ognuna rinforza entrambi i travi. "Una volta si vedeva scatolato anche quì", dice Nakamura, ma "il rinforzo di questa parte,
sembra non desse i risultati sperati anche portandolo all'eccesso.
4-L'estremità del trave principale viene unita da una piastra a dx e sx.
5-Viene scatolata la parte posteriore al perno del forcellone. Questo rinforzo si era già visto nelle Z di Moriwaki.
6-Si vede il tubo di traverso che unisce a destra e sinistra i due tubi-serbatoio discendenti. E' una parte fondamentale derivata dal telaio corsa Stage 3.
7-Adozione di una piastra che rende possibile la variazione della posizione del forcellone e diventa anche una struttura ad angolo a 3 dimensioni in cui resistenza e rigidità sono notevoli.
Saturday, 13 March 2010
Bianchi 203 Trial Special
Credo sarà amore a prima vista per molti vedendo questa special da trial, realizzata sulla base della Bianchi 203 del '64. Modificata la ciclistica, con la forcella originale dalla corsa aumentata a 160 mm, il telaio rinforzato nella parte centrale ed il forcellone posteriore allungato per un'escursione di 150 mm.
Sovrastrutture in alluminio di disegno classicissimo, non così classica invece, la sostanza del motore, che oltre ad aver ricevuto l'accensione elettronica CDI che non necessita di batteria, è stato aumentato a 250 cc (74 mmX 58 mm). All'aspirazione 2 carburatori a diametro differenziato, con l'unica vaschetta in posizione centrale che limita le variazioni del titolo miscela alle varie inclinazioni laterali. Modificati i bilanceri riposizionati in modo eccentrico, per ottenere una maggiore alzata senza modificare le camme. Queste infatti sono alloggiate sul primario del cambio, pertanto la modifica sarebbe costosa e complicata; fortunatamente hanno un profilo dal buon disegno.
da http://www.pavesirestauri.com/home.htm
Sovrastrutture in alluminio di disegno classicissimo, non così classica invece, la sostanza del motore, che oltre ad aver ricevuto l'accensione elettronica CDI che non necessita di batteria, è stato aumentato a 250 cc (74 mmX 58 mm). All'aspirazione 2 carburatori a diametro differenziato, con l'unica vaschetta in posizione centrale che limita le variazioni del titolo miscela alle varie inclinazioni laterali. Modificati i bilanceri riposizionati in modo eccentrico, per ottenere una maggiore alzata senza modificare le camme. Queste infatti sono alloggiate sul primario del cambio, pertanto la modifica sarebbe costosa e complicata; fortunatamente hanno un profilo dal buon disegno.
da http://www.pavesirestauri.com/home.htm
Sunday, 7 March 2010
Friday, 5 March 2010
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